Se al calar del sole decidessimo di rimanere fermi in un bosco di larici, di abeti rossi o bianchi, e di osservare con pazienza questi alberi maestosi, ci accorgeremmo di qualcosa di sorprendente: potremmo scoprire con i nostri occhi che anche loro si rannicchiano e si preparano per la notte.

Il riposo degli alberi è una danza delicata
Quando tramonta il sole anche gli alberi si rilassano, si riposano e recuperano le loro energie per il giorno successivo. Non lo fanno con movimenti eclatanti, ormai abbiamo imparato a capire che le piante sono piene di grazia ed eleganza in tutto ciò che fanno, ma con delicatezza: di notte gli alberi e alcune piante si accoccolano su loro stessi in maniera fine e quasi impercettibile, con i loro rami e le foglie che si rilassano afflosciandosi. Poi al mattino, con l’arrivo del sole, riprendono vigore e si risvegliano.
Si tratta di un fenomeno affascinante che poco ha a che fare con la magia e molto con la loro intelligenza, come vedremo tra poco.
“Se tu guardi un albero e vedi soltanto un albero, allora non hai visto un albero. Se guardi un albero e vedi un miracolo, allora finalmente hai visto un albero.” Anthony de Mello
La dimostrazione scientifica, oltre l’incanto
Le misurazioni effettuate dal team di Eetu Puttonen del Finnish Geospatial Research Institute, a capo dello studio, hanno mostrato che di notte, i rami e le foglie degli alberi si rilassano in maniera visibile nei dati acquisiti dal laser. “L’intero albero si abbassa durante la notte, e questo diventa visibile nel cambio di posizioni nelle foglie e nei rami”, ha spiegato Puttonen: “Non si tratta di grandi cambiamenti, parliamo di appena 10 cm per alberi con un’altezza di 5 metri, ma erano cambiamenti sistematici e apprezzabili dalla precisione dei nostri strumenti”.

I movimenti che le piante fanno nel passaggio tra giorno e notte, si chiama “nictinastia”, che in greco antico significa “compattamento da notte”.
È difficile capire se questi movimenti di rilassamento degli alberi e delle piante siano dovuti semplicemente alla mancanza di fotosintesi clorofilliana di notte, quindi a un minore turgore cellulare, o all’effettiva esistenza di un ciclo giorno-notte per risparmiare energie. Non è comunque escluso che i due fenomeni siano legati e che abbiano l’obiettivo comune di ottimizzare il consumo di risorse. Quello che è chiaro però è che le piante sono dotate di una forma di intelligenza che determina i loro movimenti.
E chissà se anche a loro di notte, mentre riposano, capita di sognare.
